domenica 21 gennaio 2018

- da qualche parte nel deserto siriano

Il bombardiere insegue le dune di sabbia, scendendo in picchiata verso un villaggio di poche anime
- Tenente Reed bersaglio agganciato
Il pilota fa un cenno di vittoria a Clem, poco più indietro in piedi vicino la postazione dei sensori, legge i dati con una casacca militare con i gradi appuntati in petto, e il motto inciso sotto il suo nome: de oppresso liber

Judas la guarda masticandosi un'imprecazione a denti stretti, percorrendo lo spazio che intercorre dalla stiva alla zona di comando con un passo nervoso
- abbiamo ricevuto aggiornamenti: la cellula terroristica non è lì, ritira l'ordine. E' una follia ritira l'ordine
Clem parla addosso a Judas ignorandone il disgusto che gli afferra la voce, facendo un cenno affermativo al pilota, con gli occhi incollati alle case di pietra e fango e alla punta più alta della città: l'ospedale di qualche organizzazione umanitaria
- prepararsi a sganciare le bombe sull'ospedale, tutte. Nessuno deve avere l'opportunità di scappare né di salvarsi
- hai sentito che ho detto?
anche il pilota ignora Judas, iniziando le manovre
- scendo di quota tenente


- i servizi di intelligence hanno detto che qualcuno è ancora rimasto dentro
- CI SONO SOLO CIVILI 
Judas ha gli occhi verdi pieni di sdegno e incomprensione, e si lancia per strattonare il colletto di Clem per sbatterla contro la parete di metallo, e si prende uno sputo in faccia e una ginocchiata nelle palle. Nessuno fiata e nessuno si mette in mezzo, i soldati rimango tutti ai loro posti lanciandosi occhiate storte. 
- ho -- detto 
ha il fiato corto e gli occhi da belva, e abbaia contro il pilota per mantenere l'ordine. E ha un astio che se la mangia viva. 
- non devi bombardare solo l'ospedale, è così?
- saprai tutto dopo
- DOPO? DOPO AVER ASSASSINATO GENTE INNOCENTE?
- bombardate. Ora. 
- ci sono solo pastori, solo cazzo di pastori
- proteggono dei terroristi
- che alternativa hanno?
- un'altra parola Judas, e diventi un disertore
- FERMATI T'HO DETTO COGLIONE, NON E' LUCIDA, NON E' LUCIDA
Judas non riesce a raggiungere il pilota, e non è mai stato un disertore, ha solo una paura infinita che questa guerra diventi un mattatoio. Nella supplica terrorizzata che gli sbarra gli occhi, trova la bocca di fuoco della pistola di Clem che spara un solo proiettile dietro la sua nuca.
- radete tutto al suolo, voglio vederlo sparire dalle mappe questo posto di merda, chiunque ospiti un ricercato per terrorismo diventa un bersaglio. I bersagli noi li abbattiamo. E se ci sono altri disertori fatevi avanti prima che rimetta la sicura alla pistola.

Judas è il primo a crollare, e lo fa in modo quasi identico all'ospedale quando le bombe scivolano delicate come colombe nere, in modo inaspettato e silenzioso; l'esplosivo detona con la potenza di un uragano. Non è solo l'ospedale ad essere abbattuto, ma tutto il villaggio che viene inghiottito nella bocca dell'inferno, e trema, trema di fuoco bruciando l'aria in una vampata di nera che si solleverà da terra per almeno tre giorni prima di spegnersi. 


-  Philadelphia

Non le è bastato lanciarsi addosso al gruppo di Mama Duambelee, e non è bastato il fuoco degli Ak a bucarle la corazza a toglierle la sensazione spiacevole di avere ancora il sangue sulle nocche dopo essere uscita dal Node. Non è bastato stordirsi di ossicodone e di alcol, per dimenticarsi la piega delle labbra di Galen cucite nel silenzio, affogate a ridosso di un bicchiere di vetro.

E quando ha voltato le spalle agli occhi ostinati di Iphigenia, alle parole gridate in faccia all'armor, ad aspettarla nel cielo, c'erano le colombe nere e il deserto siriano a bruciarle il cuore in un incendio silenzioso, che ha smesso di intossicarla solo quando ha scelto con cura di sedersi difronte alla porta chiusa della camera di Galen, per accasciarsi a dormire; un paio d'ore soltanto, e cinque pasticche sciolte sotto la lingua come cartoncini di lsd.

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