martedì 13 febbraio 2018

Jacob "backlash" Teller


- Somalia

I pirati somali non sono militari addestrati, sono tutti ex pescatori sopravvissuti alla fame, ma ogni volta che salpano per il mare aperto, con un innesto trapiantato in una bettola di macellai e puttane, ci perdono un pezzo d'anima, giù nel fondale. 

Costeggiano il Corno d'Africa da più di un mese, con la stiva piena di schiavi mutanti, quando il loro radar segnala la presenza di due aerei in avvicinamento. Uno dei marinai si arrampica sull'albero maestro scorgendo i simboli della Delta Force, ma non è una squadra nomale, è la Combat Support Troop: all'interno c'è il quarto plotone - Assault Troop comandato dal Capitano Teller, appoggiato al portellone dell'aereo a fissare tutti i soldati presenti, con un carisma di ferro e una voce che nessuno ha mai visto spezzarsi.
- li voglio prigionieri. 
La seconda in comando è Clem, che si morde il labbro con un nervosismo che travalica nell'arroganza con cui inchioda gli occhi di Jacob, lottando tra l'insofferenza e l'obbedienza angosciata.

- Tenente Reed sto parlando con te e con quei quattro cani che ti stanno dietro: la ciurma la voglio interrogare. E' un'operazione UFFICIALE, non sgarrate, non sconfinate. Azioni pulite e decisive. E ricordatevi: oggi rappresentiamo la nostra bandiera, siamo noi i pilastri della costituzione americana: ed è tempo che anche queste bestie imparino cos'è la civiltà. Mano ai fucili, e che Dio ce la mandi buona.


L'artiglieria buca lo scafo della nave, e dopo il ponte della nave, li costringono a trovare copertura sotto coperta, e si lanciano nel vento con i paracadute, atterrano tra le assi di legno del peschereccio. La battaglia è un successo, li catturano quasi tutti vivi, e i prigionieri si salvano tutti ad eccezione di un uomo sui quarant'anni: Felipe la Cruz. 

Festeggiano tutti al loro ritorno, il secondo in comando invece si spezza tutte le ossa delle mani, anche quelli che non sapeva di avere. A Jacob basta seguire le strisciate di sangue, sui muri di una stradina a Chisimaio per trovarla, e se la trascina nella jeep dopo averle dato un pugno in faccia per spegnerle l'angoscia con il dolore lancinante di un naso rotto. 

Di Felipe la Cruz sa tutto il tenente Clem Reed, aveva racimolato tutta la sua vita. Ha parlato mille volte di la Cruz, di come salvare lui e i suoi compagni, di quando l'avrebbe riportato a casa. Nato a Mérida, genitori persi da giovane in un incidente di fabbrica, sposato a diciotto anni, con due figli, qualche debito arretrato, uno screzio con la polizia locale, una rissa fuori da una banca e un mutuo da pagare. Dalle foto dei social network sembra(sembrava?) anche felice. Rozzo ha pensato sfogliando il suo curriculum. Cafone e contento, pure ignorante, pezzente (e perché continui a tirare calci e pugni ai muri?). Un umano, uno come tanti. Un pezzente, rozzo, sporco, ignorante, immigrato irregolare. Al suo funerale è arrivata in ritardo, ed è rimasta in macchina davanti ai cancelli del cimitero, ha visto la moglie e i figli, e si è immaginata mille volte di scendere dalla macchina, di correre dietro alla famiglia e di spiegare. Spiegare una morte con la retorica. Scusare la morte regalando la bandiera americana avvolta tra le mani, stritolata tra le mani. Ma quello sportello non è mai stato aperto.

- Philadelphia

seduti sul pianerottolo di casa ci trova Brandy stesa a terra con la testa poggiata sulle cosce di Jacob, che le ha asciugato le lacrime, coprendole i lividi con il giaccone pesante. S'inginocchia davanti a Teller, raccogliendo Brandy tra le braccia, per tirarsela contro il petto, con una premura brutale 

- Brandy m'ha detto che hai ricominciato con gli psicofarmaci
- fatti i cazzi tuoi
- pensi che dipenda tutto da te?
- sono cazzi miei, sì che dipende da me.
- non puoi schioccare le dita e pretendere che le persone siano ai tuoi comodi, poi quando non ti servono più, quando si preoccupano, li mandi a fanculo perché non vuoi p-a-r-la-r-e

Gli occhi di Jacob hanno la stessa densità opprimente di una colata di cemento, e la voce squagliata nella dolcezza ha un sottofondo di violenza rancorosa, che brilla nella piega del sorriso impietoso. Brandy si sveglia un morso di coscienza alla volta, prima la abbraccia, poi la scansa, e poi inizia a insultarla. Le urla addosso di non tornare mai in tempo, di essere un'egoista, un'infame, una puttana. E' Jacob a fermare la valanga di insulti, con un fastidio che gli percuote le braccia di urgenza severa, la prende di peso e la sbatte dentro casa con una carezza troppo simile a uno spintone

- shut your mouth babygirl, vatti a pulire la faccia. Non voglio sentire un fiato, o ti giuro che ti rompo tutti i denti.
Jacob ha i lineamenti aspri come il profilo di una montagna, sbarra la strada a possibili cariche di Brandy, e le sta addosso con gli occhi infiammati dalla durezza. Cede un passo indietro solo quando Brandy si arrende e li manda a fanculo, sbattendo la porta del bagno.

- il tremore alle mani, lo sanno i tuoi colleghi che...
- te ne vai a farti fottere?
- quando ti svegli la mattina come ti senti?
- porca puttana Jacob

Clem è rimasta accovacciata a terra, a fissare il muro con le mani che iniziano a tremarle anche quando le stringe intorno alle ginocchia. Non sembra indifesa nemmeno ora, e gli occhi non perdono la fierezza implacabile nemmeno davanti all'abbattimento colpevole che Jacob le trova addosso con un sospiro stanco.

- lo stato confusionale Reed, è pericoloso se lo mischi male all'alcol e agli psicofarmaci. Il disturbo post...
- non ho nessun disturbo
-  da quanto non mangi?
- sei venuto per interrogarmi?
- per montarti una porta blindata veramente

il sorriso impregnato di ironia dolciastra di Jacob le sfila da sotto le costole un sollievo che la destabilizza, e le fa perdere il ritmo serrato del braccio di ferro.

- me la monti domani la porta, vieni a dormire dentro?
- fammi indovinare ci hai fatto dormire mezza città nel tuo letto
- solo le persone a cui tengo
- tu tieni a tutto il mondo Reed, il problema è che poi le tratti di merda
- dormi con me?
- andiamo stronzainfame

Clem allunga una mano, e Jacob la fa schizzare in aria con una giravolta, buttandola dentro a gomitate: lo aspetterà una nottata tra un'adolescente incazzata, e un soldato instabile come una Little Boy - una bomba all'uranio.


All'alba scivola via dalle coperte, per arrampicarsi sul tetto, con il sole che le si infila tra i capelli, e il vento attorcigliato tra le caviglie. Ha le strofe di una canzone impigliate tra le labbra, e una fitta di dolore acuto che riesce a cancellare solo quando l'alcol e l'ossicodone lentamente le strappano il fiato dai polmoni in un principio di depressione respiratoria. Il sole le brucia sul viso e non sente più nemmeno troppo freddo, e il senso di soffocamento che le appanna la vista, riduce in poltiglia la voce del ragazzo che continua a cantare alle sue spalle. E forse quella è solo un'allucinazione.

Oh darlin' save yourself
Oh won't you save yourself for someone else

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